NYC Metropolitan Life GDR

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    Edited by MewMey :3 - 9/1/2024, 22:52
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    New York is the city that other cities can only dream of being.

    La Grande Mela. Il sogno americano. Il viaggio della mia vita, costato quasi interamente la somma dei miei risparmi, ma per cui sapevo ne valesse la pena : doveva essere così, perché desideravo un cambiamento, desideravo riscoprirmi e lasciarmi alle spalle tante, troppe cose, cose che solo un viaggio così lontano da casa poteva allontanare dai miei ricordi. Non ci avevo mai creduto troppo a certe leggende metropolitane, avevo amiche che però avevano sempre viaggiato, alle quali mi sarebbe sembrato strano spiegare cos'avessi provato nel toccare per la prima volta il suolo di una città che non era la mia. Forse mi avrebbero capita, anzi l'avrebbero sicuramente fatto, ma mi sarebbe risultato difficile raccontare una sensazione tanto intima, personale, travolgente. Le strade avevano il profumo della novità, persino il traffico sembrava avere un suono diverso, il caos tutto attorno a me portò l'eco di un benvenuto vivace, coloratissimo, da cui tuttavia mi sentii sopraffatta : la paura che neppure quello fosse il mio posto mi aveva seguita tacitamente in aereo, come un bagaglio non richiesto, che ora mi pesava sulle spalle mentre trascinavo il trolley scuro tra la folla noncurante. Avrei trovato pace? Avrei realizzato il mio sogno lì, tra quei palazzi altissimi, tra quella gente così frettolosa e noncurante? Dopotutto lo sapevo, lo avevo sempre saputo : il mio più grande ostacolo ero proprio io. Un rapporto finito male mi aveva svuotata di tutto, ero rimasta succube del bene che avevo riversato nell'ennesima persona sbagliata, ed ero stata troppo stupida e testarda per credere d'aver ragione ad ignorare le raccomandazioni delle mie più care amiche, del loro mettermi in guardia che avevo visto come un tentativo di decidere per me. Qualcuno mi aveva ferita volontariamente, lo aveva persino ammesso, ed ora io avevo bisogno di una rivincita personale, dovevo tornare ad essere la splendente Stefi che tutti i miei amici conoscevano. Ne avevo tanti, mi volevano bene come io ne volevo a loro, dunque perché focalizzarsi su chi del mio cuore non s'era mai preoccupato? Dovevo darlo a chi davvero se lo meritava, a chi sapeva apprezzarlo nonostante le brutte ferite inferte, ma nessuno mi avrebbe amata realmente se io per prima non lo avessi fatto. Dunque New York era la mia nuova zona di comfort, era il mio punto di ripartenza più che un arrivo segnato a caratteri maiuscoli su di un biglietto aereo, e non potevo permettermi di perdere la fiducia in me stessa proprio adesso : ormai ero dall'altra parte del globo, con un sogno ben stretto tra le dita delle mani, quello di diventare una scrittrice. Avrei raccontato a tutti una storia, infinite storie, avrei lasciato piccoli frammenti di me tra i capitoli, avrei fatto ridere e sognare, avrei fatto innamorare, avrei avuto pieno potere riflessivo sui personaggi, sui lettori, sul mondo. New York era comprensiva, supportava l'arte in ogni sua forma, era stata la scelta giusta.
    Attraversai la strada tossendo al fumo noncurante di un passante, il forte odore del suo sigaro sembrò impossessarsi anche dei miei corti capelli scuri, il ciuffo oscillò appena sul lato sinistro del viso mentre spazientita scrollai la cenere dal bavero della giacca. Una colorata insegna attirò lo sguardo rivolto all'indifferente e sbadato americano, che aveva ripreso a parlare al cellulare come nulla fosse accaduto, e tutto il risentimento si dissolse assieme al suo fumo nel momento in cui lessi le lettere dinnanzi a me : eccolo, il locale di cui tanto si parlava sui social network. Ventotto anni suonati, compiuti quasi da un mese, ma ero ancora capace di andare in fibrillazione come una bambina davanti ad un caffè ben congegnato, ben studiato, come lo Stardust Coffee! A mia discolpa, mi avevano attirato con tutto ciò che più amavo al mondo, partendo dalla caffeina e finendo per il richiamo allo spazio ed alla galassia. Una come me, così fissata con Alien e Star Wars, con il caffè e la fantascienza, poteva forse esimersi dal voler assaggiare una bevanda chiacchieratissima come quella? Certo che no!
    C'era tuttavia un confine sottile tra l'essere entusiasta ed il mostrarsi tali, il jet - lag mi aveva prosciugato buona parte delle energie ma comunque mi portai all'interno del locale ; a discapito dell'aria stanca ne ammirai ogni centimetro dalla porta aperta, prima d'entrare del tutto e trascinarmi dietro il pesante trolley. Non vedevo l'ora di disfarmene, e difatti con sollievo mi massaggiai la mano, rivolgendo all'uomo paffuto al bancone un sorriso che sapeva di stanca felicità.
    ‹‹ Salve! Posso avere uno Stardust Coffee? ››
    "Once you've lived in New York and made it your home, no place else is good enough."

    [code by psiche]

  4. .
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    Edited by MewMey :3 - 1/4/2020, 14:37
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