Maybe that's the day!

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    New York is the city that other cities can only dream of being.

    Era solo una giornata un po' uggiosa o forse un intero periodo? Non riuscivo a capirlo e il fatto di pensarci e ripensarci appesantiva le mie giornate, e come se non bastasse il tempo che c'era fuori non aiutava granché il mio umore. È mattina, mi sollevo dal letto scendendo giù le gambe e appoggiando i piedi per terra. Avevo davanti a me un finestrone enorme che dava su una New York completamente imbiancata: la neve mi piace, ma il fatto che causa disagi mi rende particolarmente nervoso. Vado davanti lo specchio, anch'esso bello grande, e mi sciacquo la faccia. Mi guardo e capisco che è stata una nottataccia. Cosa mai potrà andar peggio? Capii che era necessario dare una svolta a quelle nuvole che aleggiavano dentro di me. Ero in mutande. Andai davanti l'armadio per mettermi qualcosa su: poiché il tempo era così e fuori faceva sicuramente un gran freddo, decido di mettermi la mia felpa preferita, quella arancione, e un pantalone nero con uno strappo sul ginocchio sinistro. Scarpe di tennis alte, Nike, e berretto di lana beige. Giubbotto bombato nero. Ero pronto. Presi l'ascensore e andai giù. Vado di qua e di là, senza una meta precisa quando d'un tratto capito davanti a questo coffee bar molto particolare, il Milky Way. Entro. Il locale è super particolare, con le pareti blu e dei led che vanno a illuminare il soffitto. Sorrido, forse ho trovato il mio posto preferito dove sedermi e osservare quello che accade attorno a me. Sì, perché mi piace molto scrutare e osservare il comportamento umano. Infatti la mia attenzione ricade ora su quello che è probabilmente il proprietario di quel posto. Ha palesemente un parrucchino biondo platino e dei baffi di altrettanto colore. "Buongiorno, ho voglia di qualcosa in grado di stupirmi" dico, mentre lui è ancora di spalle a preparare la roba per gli altri clienti. "Questo posto sembra davvero fico.", bisbiglio senza accorgermi che forse il volume era troppo alto. Mi guardo attorno. La gente pullulava quel posto; sembrava pieno pomeriggio quando, in realtà, erano solo le 9 di mattina.
    "Once you've lived in New York and made it your home, no place else is good enough."

    [code by psiche]

     
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    The best glitter on town!
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    Il tempo, ultimamente, aveva proprio deciso di fare i ricci e capricci, non voleva saperne di restare fermo!
    Prima pioveva, poi nevicava, poi c'era il sole! E io, ormai dovreste aver capito che sono un uomo molto sensibile, avevo l'umore ballerino (degno di Billy Elliot ai suoi tempi d'oro!), era terribile!
    Una mattina mi svegliavo con i baffi completamente rivolti all'ingiù, come se fossero un sorriso al contrario, la voglia di restare a letto ben oltre le mie salutari e quotidiane 27 ore virgola cinque minuti! Anche i miei amatissimi glitter della Unicorno Corporation (no, non è pubblicità occulta! Lo giuro!) mi sembravano più un arcobaleno nei giorni di pioggia che uno di quelli che vedi nei giorni di sole.
    La mattina dopo, invece, splendeva il sole e quindi balzavo fuori dal letto tutto pimpante, alle 18 di sera, pronto pronto per svolgere la mia routine di bellezza, sistemarmi i baffi in alto e cospargermi di glitter da testa ai piedi, bellissimo, sbrilluccicante e più desiderato di Marylin Monroe in quella famosa scena.
    Potete quindi immaginare che purgatorio fosse, per uno come me, vivere in questo limbo di alti e bassi, di magri e grassi, di lisci e ricci... un incubo vi dico!
    E anche quella mattina non sembrava da meno, New York aveva deciso di imbiancarsi sotto un freddo manto di neve... bianca, appunto, un colore così poco colorato! Cosa gli costava, dico io, a rendere la neve di una sfumatura un po' più allegra?
    Tipo lilla? Sarebbe stato fantastico!
    Ed era quello che volevo fare, per questo mi ero recato al Milky Way diciotto ore prima del mio solito, con un piano in testa, congegnato nei minimi dettagli: un drone, direttamente dal mio amico sultano d'Arabia, per illillare la Grande Mela.
    Fantastico! Sarebbe stato fantastico!
    Già pregustavo la città piena di colorante lilla (ovviamente anche con i glitter, non ci facciamo mancare niente qui!) quando un cliente dall'aria particolarmente entusiasta (un fan della neve bianca? Sicuramene voleva rovinare i miei piani!) -Sì, sì, sì giovane questo posto è fico e anche prugna se se lo sta chiedendo.- esordì, battendo il polpastrello sul bancone.
    Avevo gli occhi illuminati per la sua richiesta! Forse lo avevo giudicato male e anche lui non era un fa della neve troppo bianca -Se vuole essere stupito è nel posto giusto! Qui vendiamo sogni, solide realtà...- iniziai armeggiando a caso con estrema padronanza i glitter e buttandoli nella tazza inizia a mescolare ancora più a casaccio -La neve lilla...- e lo osservai assottigliando gli occhi come una mangusta: indagare per togliersi ogni dubbio non faceva mai male, no?
    Never let anyone treat you like regular glue. You're glitter glue.

    CHARACTER SHEET © Akicch;

     
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